Come fare un video virale? Una domanda da cento punti, a cui molti esperti hanno cercato – e cercano tuttora – di rispondere in modo completo. Ciò che stimola la pioggia di condivisioni può essere anche un piccolo dettaglio apparentemente insignificante. La viralità a volte prende il via senza che nessuno se lo aspetti, poiché è un fenomeno difficile da prevedere e controllare.

Quando parliamo di video virali entriamo in una sfera tanto ricca quanto complessa: quella delle emozioni che provano gli esseri umani. Esatto, torniamo sempre alle emozioni, vere e proprie molle in grado di scatenare il desiderio di condivisione.

Se ci fermiamo un attimo a pensare, ci accorgeremo che quando ridiamo ci piace ridere in compagnia. Quando siamo felici ci piacerebbe poterlo urlare al mondo. E quando qualcosa ci emoziona è bello se c’è qualcuno che si commuove insieme a noi.

 

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Da questa breve riflessione emerge un unico grande dato di fatto: se ci stiamo chiedendo come fare un video virale, la chiave di lettura che dobbiamo utilizzare è prima di tutto quella emozionale. Ma non è l’unica! Lasciando da parte creatività e tecnica – che qui consideriamo come pre-requisiti per la buona riuscita di un video virale – vediamo quali sono le 3 pietre angolari della viralità.

1. Le emozioni che facciamo provare all’utente

Le emozioni sono il primo e più importante elemento da tenere in considerazione, per questo spenderemo qualche parola in più al riguardo. Quel che devi sapere prima di iniziare a lavorare sull’emozionalità di un video, è che nontutte le emozioni sono uguali. Ogni settore di mercato ha delle emozioni che lo dominano più di altre. Per far sì che il tuo brand si faccia notare attraverso un contenuto video, dovrai prima capire quali emozioni da mettere in campo in base al tuo business. Ma anche in base alle caratteristiche del tuo bacino di utenti: ogni mercato ha un suo target specifico, con una sua propria geolocalizzazione.

Perché abbiamo menzionato la geolocalizzazione? Perché ogni paese o regione del mondo ha una sua cultura, che decodifica le emozioni in modo diverso. Di conseguenza ciò che provoca felicità negli Stati Uniti, potrebbe non avere lo stesso effetto in altri paesi del mondo. Un piccolo accorgimento strategico può essere quello di fare in modo che un video abbia più sfumature emozionali, non solo una. Ti sarà altrettanto utile decifrare le emozioni negative, in modo da evitarle nel modo più assoluto.

Se ti stai occupando del video marketing della tua azienda dovrai tenere in considerazione questi fattori culturali, e studiarli approfonditamente. Così come dovrai studiare il search ed il purchase intent, incrociando dati e metriche. Osserva le reazioni che hanno gli utenti rispetto ai contenuti che offri e confrontale con quelle ottenute dai tuoi competitor. L’analisi sarà impegnativa, ma ne varrà la pena: una volta fatta, sarai pronto per avviare le tue campagne video in tutto il mondo.

2. La motivazione sociale su cui stiamo puntando

Spesso le persone condividono un video perché dà loro il pretesto per iniziare una conversazione o chiedere a qualcuno come la pensa su di un determinato argomento. Questa infografica a cura di Unruly ci evidenzia 10 possibili motivazioni che possono stimolare la condivisione:

 

 

Troviamo, tra le varie motivazioni, il piacere di condividere una passione, un qualcosa di socialmente utile, oppure la possibilità di esprimere un tratto della propria personalità. Notiamo che la fetta più grande spetta all’opinion seeking, ovvero al desiderio di conoscere le opinioni altrui. Tu su quale motivazione vuoi puntare? Quale di queste si adatta di più al tuo contenuto?

3. Il tempismo e la tempestività che riusciamo a sfruttare

primi due giorni di lancio del video sono quelli più cruciali. In quelle preziosissime 48 ore ci giochiamo la possibilità che il nostro video raggiunga dei picchi altissimi di condivisioni. Se riusciamo ad avere successo in questo arco di tempo, possiamo dire di aver realizzato un video virale. Sempre stando a quanto ha potuto osservare il team di Unruly, i giorni migliori per il lancio sarebbero il mercoledì, giovedì e venerdì.

 

Queste informazioni necessitano di essere verificate, poiché non è affatto detto che siano applicabili a tutti i contesti e tutti i contenuti.

Quel che conta è che i marketer concentrino nei primi due giorni di lancio tutte le loro energie e i loro investimenti, in modo da portare al massimo la visibilità.