La comunicazione attraverso i social network è ormai da tempo parte integrante della nostra vita quotidiana. Gli utenti comuni li utilizzano per condividere le loro esperienze, i loro viaggi, i loro pensieri, mentre le aziende li sfruttano con l’intento di promuovere i loro prodotti, relazionarsi con i clienti e creare engagement.
Dai video alle stories
Facebook, Instagram, Twitter e le altre piattaforme hanno da sempre messo a disposizione strumenti per la pubblicazione di contenuti molto diversificati: dal semplice testo, condito di eventuali hashtag ed emoji, all’immagine, con la possibilità di regolarla, filtrarla e modificarla, fino al video, che negli ultimi anni è stato particolarmente sfruttato da piccoli e grandi brand di tutto il mondo a scopi promozionali.
Non molto tempo fa, tuttavia, quest’ultimo strumento è stato protagonista di una piccola rivoluzione concettuale: nel 2013, infatti, Snapchat ha introdotto le Stories, ossia una sorta di feed personale in cui gli utenti possono caricare i loro contenuti (scatti o video di pochi secondi), che verranno automaticamente riprodotti in sequenza rimanendo però salvati all’interno della Story solamente per 24 ore, prima di sparire.
Questa interessante novità è passata relativamente inosservata per qualche anno, relegata all’interno di un’app non particolarmente diffusa e generalmente considerata “da ragazzini” (in Italia oltre il 40% degli utenti di Snapchat ha meno di 18 anni). All’inizio del 2016, tuttavia, il fenomeno ha improvvisamente subito un’impennata con l’introduzione delle Instagram Stories: stesso identico concetto, ma su una piattaforma che conta circa 14 milioni di utenti attivi solamente in Italia.
L’idea di fondo delle Stories è quella di dar vita a un profilo in continuo aggiornamento, in cui l’immagine che un utente dà ai suoi amici o ai suoi follower sia strettamente legata alle esperienze quotidiane, piuttosto che a quelle passate. In questo modo il social network stesso diventa uno strumento in costante evoluzione, più fluido e meno vincolato alla sua dimensione di “album dei ricordi”.
Le instagram stories e la comunicazione aziendale
Come già spiegato, le Stories permettono di pubblicare una serie di contenuti che verranno poi visualizzati in una sequenza di riproduzione automatica, rispettando la naturale successione temporale delle cose in una sorta di video-diario delle ultime 24 ore dell’utente. Immagini e filmati, inoltre, possono essere arricchiti da link esterni, sticker, scritte in sovraimpressione o semplici disegni, che rendono la comunicazione ancora più completa ed efficace.
Inutile dire che molto presto le aziende hanno cominciato a sfruttare queste peculiarità per proporre ai loro follower contenuti promozionali accattivanti e coinvolgenti. Uno dei profili più affascinanti, da questo punto di vista, è senza dubbio quello di National Geographic, nelle cui Stories vengono spesso caricate le giornate dei suoi fotografi: dalla partenza, all’arrivo in un luogo remoto e selvaggio, fino alla realizzazione dello scatto perfetto. Simili sono anche le iniziative di GoPro, che utilizza le Stories per mostrare le qualità e la versatilità delle sue fotocamere.
Girare il mondo, naturalmente, non è indispensabile per produrre una Story popolare: qualche tempo fa Loft, un brand americano di abbigliamento femminile, ha cominciato a utilizzare le Instagram Stories per coinvolgere le proprie follower in un contest in cui veniva chiesto loro di sfidare le amiche ad acquistare un vestito che non avrebbero mai messo in vita loro. Il più recente degli strumenti social totalmente al servizio del marketing.
“Sconosciuti da una vita”
L’incredibile successo delle Stories si nota non solo nell’utilizzo che ne fanno le aziende a scopi pubblicitari, ma anche nella loro diffusione all’interno della cultura popolare.
Il 30 ottobre 2017 Fedez e J-Ax hanno pubblicato il singolo “Sconosciuti da una vita” anticipando l’uscita della versione Multiplatinum del loro straordinario successo discografico “Comunisti col Rolex”. Il videoclip del brano, ad esclusione dei primi 24 secondi, è realizzato esclusivamente con Instagram Stories, pubblicate tramite i profili dei due artisti e di altri utenti comuni. Nel filmato non manca nulla: tonnellate di hashtag, sticker colorati, scritte in sovraimpressione e persino contenuti pubblicitari (volutamente) molto evidenti.
Il video vuole in qualche modo evidenziare l’utilizzo sfrenato dello smartphone anche nelle situazioni più assurde, come ad esempio dopo un incidente stradale o durante la caduta di un aereo. Più che una denuncia sociale, tuttavia, quello che emerge è un dato di fatto: le Stories sono tra noi, sono uno strumento social che fa ormai parte della nostra quotidianità e che, se ben sfruttato, offre innumerevoli possibilità comunicative tanto agli utenti quanto alle aziende.