
La SEO mira a decodificare parole, immagini e link per far comparire per primi i risultati più rilevanti, autorevoli e aderenti alla query ricercata. Fino a poco tempo fa, si investiva soprattutto nel content marketing, branca del marketing che mira ad aumentare traffico sui siti attraverso la costruzione di contenuti ottimizzati per la ricerca tramite keyword.
Oggi questa strategia è ancora molto efficace, ma il suo potere può essere di gran lunga aumentato grazie ai video. Secondo Moovly, infatti, una pagina con video embeddato può posizionarsi molto più facilmente tra i primi risultati di ricerca in un rapporto di 53 possibilità contro 1 per i siti fatti di solo testo. Questo si deve soprattutto alla recente acquisizione di YouTube da parte di Google: ecco che la rilevanza dei video aumenta per il celebre motore di ricerca, migliorando il posizionamento delle pagine.
La crescente importanza dei video ha portato alla diffusione di strategie di video marketing: un trend che ha caratterizzato gli ultimi anni e che non accenna a fermare la sua avanzata. I video, oltre a posizionarsi meglio sui motori di ricerca, sono molto graditi dagli utenti. Secondo il Content Marketing Institute, infatti, grazie ai video si ottiene un engagement di 10 volte superiore rispetto a quello dato da blog e social post.
Il video marketing aiuta anche a trasmettere un messaggio completo agli utenti: secondo BrainShark il 65% delle persone guarda ¾ di un video prima di chiuderlo e cambiare pagina; non si può certo affermare la stessa cosa per i testi! Quindi il grado di attenzione in chi guarda un filmato è molto alto con il risultato che il contenuto viene trasmesso in maniera più completa e viene ricordato più facilmente dagli utenti.
I numeri parlano chiaro: i video sono strumenti fondamentali per una strategia di marketing che vuole lasciare il segno nel vasto mondo di internet. Già, ma come nasce un video di successo? Ecco i passaggi fondamentali!

1. Individuazione
del target
Ecco che è bene iniziare dalla domanda: a chi ci vogliamo rivolgere? Individuare il proprio target di riferimento è il modo più semplice per determinare lo stile del video, il tono e il tipo di linguaggio da utilizzare e l’argomento. Ad esempio, se decidessi di parlare ai pasticcieri professionisti probabilmente non tratteresti il tema “come si monta la panna”.

2. La scelta dell’argomento e degli obiettivi
Come hai visto, conoscere lo scopo per cui vuoi girare un video, ti permetterà di scegliere anche su che tipologia di filmato puntare. Ma di questo ne parleremo in modo approfondito più avanti.

3. Il momento
“Eureka!”
Come diceva Erasmo da Rotterdam “Le idee migliori non vengono dalla ragione ma da una lucida, visionaria follia”. Ecco che in questa fase bisogna togliere ogni limite e liberare la fantasia: solo così si potranno trovare i “lampi di genio”. Un consiglio può essere quello di lavorare al concept del video in team perché, come dice anche il popolare proverbio, “l’unione fa la forza”.

4. Storyboard
Perché in Italia viene utilizzato solo raramente? Perché la realizzazione di uno storyboard richiede molto tempo, soprattutto quando si parla di lungometraggi. Il concetto è capire che non è necessario realizzare dei disegni perfetti, basta solo buttare su carta qualche sketch anche elementare: lo storyboard serve a chiarire il lavoro da fare, non a creare delle opere d’arte su carta.

5. Ciak, si gira!
Una volta capito che realizzare video funziona per il tuo business e ti permette di avere un alto ROI, allora potrai investire qualche cifra nell’acquisto di materiale tecnico. In questo modo, sarai in grado di ammortizzare il totale speso grazie al ricavato dei tuoi video.

6. Montaggio e post produzione
In particolare, grazie alla post produzione è possibile migliorare i colori, definire l’immagine, settare il contrasto luci-ombre e inserire gli effetti speciali per rendere il prodotto finale ancora più unico e appealing agli occhi dell’utente finale. Questa fase è cruciale per la buona riuscita del video finale. A fronte di un girato di qualità ma di un cattivo montaggio, infatti, potresti rischiare di non riuscire a trasmettere correttamente il tuo messaggio. Quindi, in questo caso, è bene affidarsi a professionisti del settore che siano in grado di valorizzare al meglio la tua creazione.

7. SEO per i video
Esistono anche strategie per ottimizzare i video in ottica SEO: ad esempio, si deve assegnare un titolo che contenga la principale keyword su cui ci si vuole posizionare. Questa stessa parola chiave deve comparire anche nella descrizione: ricorda che YouTube ti permette di visualizzare solo le prime righe del testo, quindi le informazioni importanti vanno messe subito.
In generale, Google non è in grado di leggere immagini e video, riconosce solamente i testi. Per questa ragione è bene nominare il file del video con le stesse keyword inserite nel titolo e nella descrizione: il motore di ricerca sarà in grado di “leggere” il filmato e, quindi, di indicizzarlo al meglio.
Una domanda che viene spesso fatta agli addetti al settore è: come faccio a creare un fenomeno virale? Purtroppo non esiste una ricetta per il video perfetto, si sa solamente che non sono gli elementi presi singolarmente che decretano il successo di un prodotto, ma il mix finale.
Prendiamo ad esempio il celebre “può accompagnare solo” (se non sai di cosa si tratta lo puoi vedere qui) anche se non rientra in una strategia di video marketing. L’affermazione del protagonista è già un ottimo elemento di base che avrebbe potuto regalare al video la notorietà; ma è il grottesco contrasto tra la frase e la caduta finale dalla moto che ha decretato il successo e la viralità del filmato.
Questo esempio non ti deve portare a pensare che lo humor sia la chiave per raggiungere la tanto agognata visibilità sulla rete. Esistono, infatti, diverse tipologie di video e tutte hanno uguali probabilità di diventare esempi virali: bisogna scegliere solamente la modalità adeguata per i propri obiettivi commerciali.
“Tu chiamale se vuoi… emozioni”
Le immagini hanno il potere di toccare il cuore delle persone ed è proprio a questo scopo che servono i cosiddetti “video emozionali”. Vendere emozioni e non prodotti è ciò che rende un brand memorabile e virale: è il caso di questa compagnia thailandese – Thai Life Insurance – che nel 2014 ha pubblicato “Unsung Hero”.
In questo video di tre minuti compare un ragazzo che compie gesti gratuiti di generosità come dare da mangiare a un cane randagio, aiutare una venditrice a spostare il suo carrello, innaffiare una pianta… La voce recita: “Cosa riceve in cambio per tutto questo?”. Nulla che si possa comprare con i soldi, ovviamente, perché ciò che ottiene sono pure emozioni: la commozione nell’utente è assicurata.
Video infografica
È possibile comunicare concetti complessi in maniera frizzante e, allo stesso tempo, semplice e intuitiva? La risposta è sì, grazie ai video infografica. Di cosa si tratta? Sono video animati che presentano un argomento in pillole da qualche secondo o pochi minuti.
Sono caratterizzati dalla presenza di illustrazioni, grafici, musica, headline colorate e testi molto brevi. In più, secondo Unbounce, i video infografica aumentano i tassi di conversione del 20%. Grazie a questa tipologia di video si possono spiegare degli argomenti particolarmente complessi in modo molto semplice ed immediato per il consumatore. In questo modo, le informazioni contenute verranno memorizzate molto più facilmente – come dimostra anche questo report di FastCompany.
Adotta un testimonial
Di recente pubblicazione è la campagna #superstar lanciata da Adidas. Nei 15 secondi di video si vede Arvida Bystrom, fotografa svedese di 25 anni, che indossa le nuove scarpe del brand. Cosa c’è di particolare? La ragazza, celebre per le sue battaglie contro i pregiudizi e gli stereotipi di genere, non ha le gambe depilate.
Il tutto è corredato da due brevi frasi della ragazza: “Penso che il femminismo sia un concetto culturale. Chiunque può essere femminile, fare cose da donna e forse la società ha paura di questo”. Chi è la vera superstar? Le scarpe o il coraggio di questa giovane?
Ecco lo scopo del testimonial: incarnare il concept pensato dal brand e dare credibilità al messaggio profondo dello spot. Inutile dire che questo video ha scatenato polemiche e plausi diventando a tutti gli effetti un fenomeno virale nel giro di pochissimo tempo.
Video inbound
“La pubblicità è vecchia come il mondo. Infatti, come tutti sanno, cominciò il serpente a decantare a Eva le virtù della sua frutta”. Così Cesare Marchi, scrittore e giornalista italiano, descrive il mondo dell’advertising tradizionale. Ormai gli utenti riconoscono l’inganno del “prodotto migliore al mondo”, “offerta valida solo per questo mese” e non si fida più delle vecchie pubblicità.
Da questo scetticismo generale degli utenti, nasce l’esigenza di un modo diverso di promuovere i propri prodotti ed è qui che si colloca il video inbound. All’interno di questa categoria di video si parla del prodotto in maniera indiretta senza arrivare a dire: “Compralo perché è bello”.
Prendiamo come esempio il caso proposto, in questo video l’agenzia sta cercando di pubblicizzare l’inbound marketing e lo fa attraverso il “SEO rapper”: un personaggio divertente che va a spiegare in maniera alternativa i vantaggi della Search Engine Optimization. Il tono non è assolutamente promozionale, eppure il messaggio arriva ugualmente all’utente.
Il riso fa buon sangue
Si sa, un video divertente ha sempre una marcia in più: fa ridere gli utenti e può raggiungere livelli di viralità altissimi. È il caso di Müller che ha selezionato i The Jackal come partner per la propria video marketing strategy.
“Pubblicità vs vita vera” raccoglie tre spot che confrontano i cliché delle pubblicità che passano abitualmente alla tv con la vita di tutti i giorni. Il risultato è un concentrato di ilarità che coinvolge il brand in maniera diretta, ma non markettistica e altri prodotti inventati: il profumo “Febbre40” e l’analgesico “Malditestop”.

- Il 56% dei video pubblicati negli ultimi due anni non supera i due minuti di durata (HubSpot)
- 87% dei marketer online utilizza contenuti video (Outbrain)
- Un terzo del tempo trascorso online è dedicato alla visione di video (Wordstream)
- Più del 50% dei video viene visto su un device mobile (Wordstream)
- Entro il 2019, il traffico sui video corrisponderà all’80% del traffico totale su internet (SmallBizTrends)
Come accompagnare gli utenti nel Buyer’s Journey?
Scarica la nostra guida “I video nelle diverse fasi del buyer’s journey” e scopri come utilizzare correttamente i video nella tua strategia di marketing.
Quali sono le tendenze video degli ultimi anni?
Operi nel settore del content marketing e vuoi proporre contenuti sempre in linea con i trend del momento? Scarica la nostra guida “Le migliori 8 video strategy degli ultimi 5 anni”.
Creatività e professionalità sono i fattori chiave per ottenere un prodotto finale di qualità. Se vuoi lanciarti nel mondo del video marketing, quindi, affidati ad un professionista. Porpora Group, da anni nel digital marketing, mette a tua disposizione il suo team di esperti: avrai, così, l’opportunità di parlare con un nostro professionista e risolvere i tuoi dubbi. Contattaci, ti aspetta una consulenza gratuita e senza impegno!